L’erotismo
1978 / 1979
torna la pittura: l’erotismo
 
Gli artisti, scriveva Lucatello nel catalogo della mostra di Venezia del 1976, dopo il terremoto, devono nascere a ogni istante della loro vita – e più tardi insisteva: “l’uomo è tale quando riesce a re–inventarsi all’infinito”. Ora ci sono due studi, uno è a Brazzacco e uno a Treppo Grande, entrambi paesini collinari a nord di Udine: si ricomincia a dipingere. Durante questo lungo periodo di forzata inazione l’artista ha accumulato energia e messo a punto nella mente percorsi da realizzare con la consueta irruenza. Sono filoni che si sovrappongono ma che restano del tutto autonomi l’uno dall’altro, e il primo che consideriamo è la sua originalissima interpretazione del nudo. L’erotismo è la risposta che, nella tragedia che l’ha sconvolta, la terra dà a se stessa – il nudo di donna si scompone nelle colline sotto la luce che cambia. Dipinge farfalle, a olio o chine nere o colorate su carta: le farfalle si trasformano in vulve femminili. I gelsi invece nascono come uno spostamento, un travaso tra gli ostacoli e questi alberi tozzi e sgraziati dalle potature: dai gelsi nascono i membri maschili degli alberi della vita. Come dice Gabriella Brussich “ogni fase del suo procedere artistico giustifica la precedente ed è giustificata dalla seguente”.
 
 
             
 
     
   
 
     

 


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