I Musi
I Musi
   
   
Ormai pensa soltanto ai “Musi”, la solenne catena montuosa che racchiude il Friuli a nord di Tarcento. Va ogni giorno a guardarli, come per pressante scadenza. È un progetto dove ancora una volta racchiude il “tutto” della sua pittura. Accartoccia le tele per
sentirne il palpito sotto il colore, quei colori sfumati e teneri che lui scopre nella roccia cruda che sembra cedere, misteriosa,
al susseguirsi insinuante di luce che la vuol penetrare.
Muore in pochi giorni, quasi senza ragione. Soltanto un mese prima aveva, improvvisamente, deciso una breve vacanza a Venezia: chissà per quale impulso inconscio aveva voluto ripercorrere le strade di un tempo lontano e ormai del tutto inconsuete: Burano, Malamocco, San Pietro in Volta.
E alla Bevilacqua La Masa aveva chiesto le sale per un’antologica.
Eppure il suo era un discorso per nulla concluso, anzi l’ultimo appena iniziato: nella sua pittura non si era spento il fragore e i segnali silenziosi continuavano a indicare il brivido della scoperta.
     
   

 


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