Guidi, 1950
Saggi critici
   
Io sono convinto che i naturalisti, siano essi scienziati o artisti, non conoscano la natura, come chi porti una divisa, abbia in sé un limite che gli impedisca di conoscere le cose del cielo e della terra: così tanto per dire. Voglio dire che i naturalisti non intendono lo spirito della natura, quelle regole invisibili che pure sono nel visibile; e la natura contraffatta è abitualmente all’ordine del giorno sia pur essa rivestita di una onestà che, in un certo senso, è simile al suo contrario. Tutte le anime deboli si rifugiano in tale ambiguo sentimento della natura.
Al contrario, noi abbiamo ora l’immenso regno dell’astrattismo giustificato nel suo più alto pensiero, sia pure parziale, dalle vaste e naturali mosse di sistemazione della civiltà, ma che accoglie anche gli orgogliosi negatori della natura che, in sostanza, sono la folla di medi uomini. Si può sospettare che essi siano naturalisti per nascita e che la loro opposizione alla natura sia un affare della cultura, non della loro interiore organizzazione.
Kandinsky è grande perché ha in sé tanta natura. E qui smettiamo il discorsetto che precede l’altro breve per il giovane Lucatello. Il quale ha l’apparenza naturalistica, la giovane indeterminatezza di fronte al problema della natura, ma, in realtà la sua struttura non è naturalistica, o almeno così mi piace vederlo. Io non conosco tutte le opere che egli espone; ma un suo disegno ch’io vidi due anni fa in una mostra, mi si distinse risoluto dagli altri per una vigorosa espressiva possessione dell’oggetto sul limite della scoperta. Ho visto poi alcuni paesaggi dipinti davanti alla natura non ancora sottomessa, ma senza la descrittiva mortificazione. Al momento che determino il mio giudizio, il giovane pittore ha già la facoltà di rimuovere gli elementi del vero visibile, di escludere i superflui, e di sistemare quelli a lui necessari in una luce necessariamente non accidentale. Questi fatti non appartengono più strettamente al naturalismo.
Ogni altra cosa ch’io dicessi assumerebbe il tono profetico che non mi piace. Invece si può dire tranquillamente che il Lucatello sia uno dei giovani pittori più dotati.
  Dalla presentazione di una mostra personale alla Galleria Bevilacqua La Masa di Venezia, novembre 1950, scritta dal pittore Virglio Guidi

 

 


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