Gli ostacoli
 
 
1974 – maggio 1976: gli ostacoli
 
 
 
Di steccati la campagna è piena. In primavera, sulle colline tarcentine, capita di vedere lunghe file di paletti bianchi, fatti di cemento, che servono a sostenere le viti. All’inizio della stagione, quando le foglie cominciano appena a spuntare lo spettacolo, visto con l’occhio non del quotidiano, lascia interdetto, inquieto e sospeso l’artista: la natura, macchiata appena di lanugine verde, ne resta mortificata. Così è nata l’idea degli Ostacoli, steccati, ma anche barriere che frenano l’impeto umano, di taglio rigido o serpentino, preferibilmente di grande formato. Accade insomma che i paletti iniziali si confondano con i tronchi degli alberi e, incrociandosi, s’ingigantiscano.
Si fanno simbolo dell’oltraggio che l’uomo subisce con, attraverso, assieme alla natura. Nel piccolo formato gli Ostacoli si addolciscono, fanno pensare al lirismo nascosto nei numeri. Nella storia della pittura di Lucatello, gli Ostacoli costituiscono certamente uno dei momenti più significativi di trasposizione concettuale.
             

 
 
 
 
 
 

 


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