La personale
di Albino Lucatello, aperta a Palazzo Kechler, è la seconda
e ultima manifestazione di arte figurativa organizzata nell'ambito
della Primavera del Circolo bancario e continua quel discorso sulla
pittura contemporanea che il sodalizio culturale udinese va da anni
svolgendo.
Lucatello è veneziano, risiede da alcuni anni a Tarcento
e insegna alla Scuola dArte di Udine. Fra gli attuali artisti
veneti detiene una posizione di notevole importanza. Nel 1956 ha
vinto un premio alla Biennale di Venezia. È stato invitato
alla Quadriennale di Roma, ha esposto in oltre duecento mostre collettive,
ha tenuto ventun personali in Italia e allestero. Sue opere
figurano in molte collezioni italiane e straniere.
La pittura dellartista muove da una radice astratta, ma recupera
la figurazione, percorrendo un itinerario interiorizzato. I soggetti
gli vengono offerto dalle terre desolate del Delta padano, dagli
accesi tramonti friulani, dai solari paesaggi del Tagliamento, dalle
aride sterpaglie del Tarcentino, dai favolosi boschi delle colline
friulane, sentiti come in una magica atmosfera.
Lucatello però non racconta, non si perde in descrizioni
oggettive. Si immerge lentamente nel paesaggio, ne assorbe il clima
e gli umori, starei per dire il temperamento. Ed è tutto
questo, poi, che ricrea sulla tela, con un discorso libero, personale,
svincolato da motivi esterni. La pittura diventa pertanto un mondo
completo e concluso nel quale lartista ritrova se stesso e
le proprie emozioni.
Vediamo in concreto il cammino creativo percorso da Lucatello. Fermiamoci
alle tele ispirate ai tramonti. A colpire la sua fantasia è
unimpressione di rosso e di nero. Per lui il Friuli è
così: colori che esprimono una tensione dellanimo,
una situazione che diventa umana ed è portata al limite di
rottura. Ed egli allora riporta sulla tela quei rossi e quei neri
con una materia densa, aspra e lirica insieme, così come
lo spirito di questa terra. Il colore è buttato giù
a grumi, strizzato direttamente dal tubetto, ordinato in una trama
fitta dimpasti che risponde a un ordine segreto.
Lartista non si accontenta di un solo momento, lo approfondisce
in opere successive, per renderlo sempre più intenso, in
una ricerca dassolutizzazione, che arriva quasi allestremo
della tela bianca, mossa da un segno, da un fremito.
La stessa cosa avviene per le immagini realizzate sulle colline
intrise di verde e di nero, vibranti di una materia scavata, analizzata,
cesellata, o per le composizioni ispirate al Tagliamento, con quei
grumi di giallo, e di bruno, quelle striature di azzurro, quei vapori
celestini e rosati, quegli immensi respiri bianchi. A volte il pittore
sente il bisogno di rendere il linguaggio più esplicito,
e allora sottolinea documentaristicamente il senso della composizione,
inserendo sotto i ciottoli del greto del fiume reinventati cromaticamente
dei sassolini autentici. Leffetto diventa prezioso e raffinato.
Nelle composizioni più recenti si avverte una ricerca sulla
figura umana fatta emergere dallatmosfera, nutrita di quei
suoi succhi. Siano ancora al tentativo, allesperimento, che
almeno in qualche caso, però, arriva a compiutezza e indica
nuove aperture al linguaggio dellartista. |
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da Il Gazzsttino,
domenica, 7 maggio 1967
ALBINO LUCATELLO AL CIRCOLO BANCARIO
di Licio Damiani |