Segno di contraddizione
e di scandalo: così dovette apparire allambiente friulano
Albino Lucatello, frutto maturo di una concezione dellarte
che privilegiava il deciso confronto con quanto appariva al limite
delle possibilità umane, linsofferenza con tutto ciò
che suonava vincolante e costrittivo alla libertà espressiva,
la coscienza di dover incidere sulla società e sulle sue
strutture in difesa degli emarginati.
Nellopera di Lucatello è presente il senso romantico
della vita, calato nella realtà sociale del dopoguerra, passato
attraverso lesperienza neorealista e posto a confronto con
una natura, quella friulana, che, nel breve giro dello sguardo,
offre la possibilità di confrontare i vertiginosi (e perciò
sublimi) verticalismi dei Musi e il pigro distendersi del Tagliamento.
E, infine, il terremoto, che ripropose, ipso facto, il problema
della sopravvivenza. A Grado, terremotato tra i terremotati, Lucatello
ritrovò la misura e la tecnica del periodo neorealista, con
stemperata carica ideologica e maggiore umanità. I suoi carboncini,
esposti al Cfap fino al 14 giugno, ne danno la misura.
Una misura che diventa dismisura quando egli opera da pittore, la
cui motivazione si coniuga al paesaggio: Lucatello ferma nellemozione
attimale partisimbolo della natura: metamorfosi cromatiche
di stimoli che trascendono la fenomenologia del paesaggio stesso.
Motivazioni che non hanno nulla a che vedere con il riferimento
ottico, che rientrano invece nella peculiarità dellessere
di Lucatello e del suo comportamento.
Essere, nel senso di interpretare profondamente lo spessore umano
della vita (ravvisabile nei grumi materici del colore); comportamento,
nel senso di dare alle sollecitazioni esterne risposte immediate,
istintuali, sintetiche, globali: il particolare corrisponde al tutto
e il tutto è individuabile nel particolare.
Lucatello certamente riuscì, senza provocarlo, a contornarsi
dellalone del poeta maledetto, per la sua insofferenza a schemi
consolidati e, soprattutto, per la sua estemporaneità elaborativa.
La sua opera suscitò entusiasmi, quando fu osservata dallottica
della genialità trasfiguratrice, ma non ci sembra sia stata
colta nella giusta portata limmaginazione dellautore,
sempre tesa a inseguire il tipico, a confrontarsi con il sublime.
Lurgenza di sovvertire un consolidato modo di intendere la
pittura e di renderla traduzione vibrante di sentimenti sublimi
è retaggio romantico e fece di Lucatello un isolato (non
socialmente), che, in un ambiente ritardatario come il Friuli, ebbe
il merito di muovere le acque, generando significativi consensi,
senza comunque scalfire la piaga dellindifferenza per i veri
problemi dellarte.
Ora la Galleria darte moderna di Udine gli dedica una mostra
che rimarrà aperta fino al 30 luglio. Al di là del
doveroso omaggio, è viva la speranza che il diretto accostamento
delle opere generi comprensione della sua personalità e aiuti
a meglio definirne il contributo in funzione di una giusta collocazione
nel percorso dellarte contemporanea. |
|
dal Messaggero Veneto,
1 giugno 1988
IRRUENZA TRASCRITTIVA DI ALBINO LUCATELLO
di Luciano Perissinotto |