Brussich, 1971
Rassegna stampa
   
…Di diverso temperamento e di diverse esperienze artistiche è Albino Lucatello, veneziano d’origine, friulano d’adozione, ma affermato in e fuori d’Italia. L’espressione per Lucatello è essenzialmente ricerca dei valori della materia. E ciò si legge in tutte le opere esposte alla rassegna: opere che, tra l’altro, riescono a dare un profilo completo (molto più completo di quanto non si fosse visto sinora) dell’autore veneziano. A Lucatello, insomma, il colore non interessa nelle sue possibilità di resa cromatica, nelle sue gradazioni o velature, ma interessa in quanto materia, in quanto capace cioè di consolidarsi, di incrostarsi sulla tela o sulla tavola, costituendo un elemento sul quale poter operare, o meglio ancora (poiché negli ultimi anni gli interventi manuali sulla massa del colore sono quasi scomparsi) con cui poter agire. Lucatello dunque si può definire essenzialmente un materico, e se alcuni dei suoi quadri si discostano da quelli più caratteristici, quelli cioè in cui l’olio si è agglomerato in lucidi e brillanti soli, e rimandano a un altro tipo di pittura, più veloce e meno densa, la definizione che di lui si può dare sostanzialmente non cambia. La componente segnica, infatti, in Lucatello è essenzialmente apparente, poiché anche quando la pennellata pare farsi rapida, quando la crosta del colore si assottiglia, ci si accorge che quel tracciato largo e veloce non è l’elemento portante di qualche altra cosa, non è l’elemento che sostiene e denota qualche altro elemento, ma è sempre e soltanto se stesso: quella pennellata insomma non significa altro che lo spessore con cui è stata tracciata, la brillantezza che il colore le conferisce, lo stacco che assume sullo sfondo. Essa è insomma soltanto e sempre colore: è materia.
Dalle pennellate isolate prima, girate poi verso la circonferenza, ai soli ottenuti con l’olio che esce direttamente dal tubetto, il passo è breve: nell’essenzialità delle ultime composizioni Lucatello pare avere completamente trovato se stesso, il gusto spontaneo e misurato di dipingere, il piacere di vedere il colore addensarsi e rapprendersi, coagularsi e brillare: con una lucentezza che non colpisce ma attira discretamente, spingendo lo sguardo verso quei segreti che sanno quasi di terreno lunare.
La pittura di Lucatello non è certamente sbalorditiva: sereno e misurato, il pittore, che ha capito se stesso e il proprio linguaggio, non ha bisogno di declamare per raccontare il proprio gusto di dipingere l’amore per le impreviste imprevedibili concrezioni del colore sulla tela (e non c’è, in fondo, pittore veneziano che possa non essere colorista), per dichiarare la propria bontà che si legge tutta, come la sua adesione alla vita, nei grandi soli bianchi, che splendono ridenti, senza abbagliare.
 

dal “Messaggero Veneto”,

martedì 1 settembre 1971

COLORE MATERIA DI LUCATELLO

di Gabriella Brussich

 

 


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