Rizzi, 1976
Rassegna stampa
   
Nero su bianco: un nero fondo, oscuro come la notte, carico di dilatazioni psichiche, di paure ancestrali. Così potrebbe essere interpretata la mostra di Lucatello al Palazzo delle Prigioni. Ma c’è anche l’aspetto più propriamente formale: l’ingrandimento del segno, pura presenza immanente, alla Franz Kline. La mostra è sconcertante per la sua brutalità, anche se nella seconda saletta le immagini dei volti hanno freschezza e ritmo brioso, secondo una linea più gestuale che segnica. Ma Lucatello è sempre lui: il ritmo resta inconfondibile. Questi quadri discendono dai paesaggi grumosi di paste “alte”, violentemente trasfigurati, con i quali s’impose una ventina d’anni fa. È il ritorno di un pittore autentico, anche se macerato e duro, che reca in sé un fondo di amaro realismo.
 

da “Il Gazzettino”,
mercoledì, 4 agosto 1976

LUCATELLO

di Paolo Rizzi

 

 


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