VENEZIA
Nacque a Venezia nel 1927. Esordì in pittura nel 1944. Si
trasferì in Friuli nel 63. È morto a Tarcento
due anni fa. Albino Lucatello (di cui si apre oggi una retrospettiva
alla Galleria Bevilacqua La Masa di Venezia, Piazza San Marco 2),
dopo una carriera artistica già molto avviata in Italia e
allestero, a un certo punto lasciò Venezia e si trasferì
in Friuli, dove insegnò disegno dal vero ed educazione visiva
allIstituto dArte di Udine.
Un po appartato dal vivo della società
artistica e culturale fervente di dibattiti, raggiunse la sua maturità
artistica affinando con maggior precisione quelle che erano state
le direttive iniziali imposte alla propria attività nel campo
figurativo.
Negli anni Cinquanta infatti, Lucatello seppur giovanissimo
trovò già una propria collocazione ideologica
allinterno del dibattito allora in corso, in particolare negli
ambienti marxisti, sul realismo. Scartò il binomio arte/società
(con tutte le sue implicazioni, fino alleccesso dellarte/propaganda)
e definì invece la propria pittura in termini di rapporto
dialettico arte/natura.
In questo quadro poetico e ideologico videro la luce alcune serie
particolarmente significative di opere, dai Tetti a
Orti, da Portosecco a Paesaggi del
Delta, cui faceva da contrappunto la serie delle Teiere,
espressione non priva di spunti polemici e ironici del contrasto
tra la naturalità del reale e lartificiosità
del mondo creato dalluomo.
Contemporaneamente Lucatello sviluppò le sue straordinarie
attitudini al disegno. Nelle sue opere in bianco e nero la figura
umana diventa campo di profonda ricerca psicologica ed è
caricata di un significato culturale che si pone in rapporto dialettico
con il resto della sua pittura.
Il periodo friulano per certi versi rappresentò la prosecuzione
delle linee definite nel periodo veneziano. Ma per altri versi,
e anche a causa di una velata volontà polemica dellartista
nei confronti del mondo artificiale rappresentato da
Venezia come realtà storica e culturale, si connotò
di profondi elementi innovativi.
Il rapporto con la natura, che in Friuli è particolarmente
suggestiva, si fece diretto e immediato in una specie di totale
immedesimazione, ma al tempo stesso si rese più attento il
dialogo di Lucatello con le grandi linee della pittura europea.
Nel Friuli un po appartato, fu possibile a Lucatello vedere
con serena chiarezza dove andava la pittura europea. Egli ne prese
atto, accettò e rifiutò, assolse e condannò.
Il periodo friulano, che costituì la piena maturità
dellartista, è dunque solcato da linee di intensa meditazione
pittorica (le serie di Natura del Friuli, Ostacoli,
I Musi) e da sperimentazioni audaci e però accorte.
Negli ultimi anni lartista giunse a riflettere intensamente
sulla problematica della storia: questa riflessione trova espressione,
oltre che nei suoi quadri, anche in documenti scritti che rivelano
il suo impegno nella problematica più recente del pensiero
europeo. |
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da Il Piccolo,
22 marzo 1986
E POI SCELSE IL FRIULI
di Roberto Baldissera |