Albino Lucatello,
personaggio "bizzarro, pittore un po matto, forse strano,
polemico certo, e non cortese, out", espone in questi giorni
al Cfap una quantità di quadri "agitanti", oltre
che per il numero, anche per laggressività e leffetto
"choc" prodotti su un pubblico che spesso (ma non per
sua colpa) non è in grado di capirli.
Veneziano, ma acquisito friulano (vive in Friuli da 17 anni), da
sempre pittore anche se alterna questa sua preminente attività
con quella di insegnante, Lucatello è un personaggio che
si scopre con il dialogo, attraverso le parole lente, pacate, straordinariamente
contrastanti con la forza pittorica della sua opera.
Un ritratto preciso e oggettivo lo danno, quindi proprio le sue
parole nate tra un bicchiere e laltro in una qualunque serata
friulana. "Lui è la sua pittura" si legge infatti
nel catalogo della mostra. Una pittura che è stata realista
e astratta. "Io dice Albino dal cumulo delle
esperienze del 900 ho tratto la convinzione che la forma può
cancellare loggetto quando questo non serve o addirittura
ostacola la trasposizione emozionale di un discorso viceversa
può recuperarlo in un momento diverso, per fare magari un
discorso identico".
Così si spiega lalternarsi dei ritratti oggettivamente
riconoscibili e delle larghe, rabbiose pennellate, dei grumi di
colore apparentemente sprecato, della felicità e tristezza.
"Nell'arte c'è gioia e dolore, cè tragedia
e istinto di vita sempre nuova; per questo lartista autentico
è incapace di distinguersi dai grandi e piccoli problemi
del suo tempo".
A chi gli chiede come mai allora, se lartista capta le esigenze
dei suoi simili, i suoi simili spesso non lo capiscono risponde
che "un pittore non può mai mettersi a livello mentale
delluomo, che la massa deve essere educata anche se l'arte
è rivolta alle masse. La mia arte continua
non è comprensibile, perché non figurativa, ma anche
un Raffaello allora, se vogliamo andare per il sottile, è
problematico e di difficile comprensione per i non addetti ai lavori.
Io cerco di essere diverso da tanti che arrivano a una soluzione
artistica e poi si fermano, cerco sempre di superarmi, di stare
nel tempo, di aver vitalità!
"Perciò considero la mia pittura, per quanto incapibile
e criticabile, estremamente vera, corrispondente alla realtà
attuale, al momento frammentario della mia esistenza in cui mi trovo;
non credo all'arte statica. Nella mia pittura, anche se non sembra,
luomo e la sua storia sono sempre dentro e per questo prediligo
Caravaggio e Masaccio, per il loro interesse umano".
Unultima considerazione sulluomo chiuso nel comportamento
e aggressivo nei quadri. "Sono chiuso per fuggire la mischia
confessa per non essere dentro in certe situazioni,
ma i quadri no, sono molto aggressivi, rabbiosi, anche se spesso
mi attacco alla natura per assorbire le gioie della vita, perché
luomo è natura". Si chiude così un ritratto
frammentario e mutevole di un uomo che vive di frammenti intensi
e sofferti. |
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GLI ADDETTI AI LAVORI LO CONSIDERANO
BIZZARRO
LUCATELLO PITTORE DIFFICILE
(non vuole farsi conoscere)
Manuela Terenzani |